Ucraina e Russia: a che punto siamo?

Nella giornata tra il 23 ed il 24 febbraio, le truppe russe hanno invaso l’Ucraina dopo che, nella notte precedente, era giunto l’ordine di attacco del presidente Vladimir Putin che, in un messaggio televisivo, aveva spiegato di aver autorizzato «un’operazione speciale» in Ucraina per «smilitarizzare il Paese» e «proteggere il Donbass». 

Il Donbass è un’area mineraria sita nella parte orientale dell’Ucraina confinante con la Russia e in cui la maggior parte della popolazione è di etnia e lingua russa: nel 2014, milizie armate filo-russe hanno invaso quest’area ed hanno proclamato le regioni di Donetsk e Lugansk “repubbliche indipendenti”. 

La posizione della Russia

Qualche giorno fa, il presidente Putin – in violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina – ha riconosciuto le regioni separatiste annettendole, di fatto, alla Russia ed inviando le proprie truppe per difenderne i confini. 

Uno degli obiettivi del presidente russo è quello di assicurarsi che la Russia abbia un ruolo di superpotenza globale negli affari internazionali, attraverso la ricostituzione dell’influenza di Mosca sulle ex repubbliche sovietiche. 

Per fare ciò, però, secondo il Cremlino è necessario proteggere la Russia con degli “stati cuscinetto” che la difendano dalla presenza della Nato che si è fatta sempre più pressante lungo i suoi confini. 

La Nato, infatti, eroga aiuti finanziari e armamenti all’Ucraina che – secondo quanto dichiarato dallo stesso Putin – rappresenterebbe una reale minaccia strategica per la Russia poiché non solo ha competenze nucleari molto vaste in termini di reattori, tecnologia, ecc. ma, altresì, ha diversi missili in dotazione. 

Così il Cremlino, prima dell’ordine d’attacco di Putin, aveva presentato una bozza d’accordo alla Nato (oltre che agli USA) che prevedeva, da una parte, che l’Alleanza Atlantica mettesse fine alla sua espansione a Est e vietasse future adesioni di ex stati sovietici tra cui l’Ucraina, e, dall’altra, la demilitarizzazione di quest’ultima.  

Tuttavia, nonostante gli sforzi diplomatici profusi negli scorsi giorni, non è stato possibile raggiungere alcun accordo nei termini imposti da Putin, in quanto, come si apprende dalle dichiarazioni rilasciate dal generale della Nato Stoltenberg, l’Ucraina stessa dovrebbe avere il diritto / potere di decidere in autonomia se aderire alla Nato, avviando la relativa procedura, e se smilitarizzarsi. 

Pertanto, alcuna decisione in tal senso può essere assunta dalla Nato né, tantomeno, può essere imposta dalla Russia. 

La posizione dell’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che la democrazia è stata colpita nella propria legittima sovranità e, nonostante ciò, ha preso l’impegno di non utilizzare la forza militare per replicare agli attacchi della Russia ma solamente per difendere la propria popolazione.
Per fare ciò, ha chiesto agli stati europei interventi multipli per sostenere l’Ucraina.
Quest’ultima, infatti, ha bisogno non soltanto di sostegno tecnico-militare per contrastare le truppe avversarie ed isolare la leadership russa ma, altresì, economico affinché il Cremlino possa subire dure sanzioni che ne blocchino, di fatto, l’economia. 

La risposta dell’UE

L’UE ha fortemente condannato l’attacco russo, definendolo «ingiustificato, ingiustificabile e non provocato» e, pur riconoscendo Putin come unico responsabile, si è sempre dimostrata intenzionata a cercare una soluzione pacifica alla crisi che – secondo la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen – mira alla stabilità dell’Europa e dell’intero ordine internazionale. 

Per questo motivo, l’UE e gli Alleati della Nato si sono coordinati per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell’Alleanza ed hanno rafforzato il contributo allo spiegamento militare in favore di tutti i Paesi Alleati più direttamente esposti. 

Intanto, in queste ore è in corso la riunione virtuale del G7 alla quale parteciperà anche il segretario generale della Nato Stoltenberg e nella quale verrà deciso un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia. 

In particolare, la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen ha anticipato – nella conferenza stampa tenuta insieme alle più alte cariche UE – che «Cercheremo di bloccare i vari settori dell’economia russa, dalla tecnologia alla strategia di mercato; cercheremo di bloccare la capacità di ammodernamento della Russia e congeleremo i vari asset della Russia nell’Unione europea e chiuderemo l’accesso alle banche europee e ai mercati finanziari da parte della Russia».  

La reazione dell’Italia

Nella serata di ieri, vi è stata un’intensa riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal presidente del Consiglio, cui è stato conferito pieno mandato per una risposta dura in ambito UE che, come sopra precisato, si muoverà principalmente sul piano delle sanzioni economiche. 

Il Premier, durante la conferenza stampa tenutasi nella giornata del 24 febbraio, ha affermato che «il Governo italiano condanna l’attacco della Russia all’Ucraina» e che «l’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione». 

Il Presidente del Consiglio ha, anche, precisato che l’ambasciata italiana a Kiev, che pure è in massima allerta, è comunque pienamente operativa e, nel coordinarsi con le altre ambasciate, mantiene i rapporti con le autorità ucraine per tutelare i circa 2000 italiani residenti.

Viola Zuddas, Avvocato

Lascia un commento

Your email address will not be published.

You may use these <abbr title="HyperText Markup Language">html</abbr> tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*