Tutela del patrimonio culturale nell’UE • I giganti di Mont’e Prama

Si sa che l’Italia, con i suoi monumenti, opere d’arte, patrimonio paesaggistico e tradizioni così variegate è considerato uno dei principali centri culturali ed ambientali del mondo, tanto da vantare il maggior numero di siti iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. 

La tutela del patrimonio culturale si basa su un complesso intreccio normativo a livello internazionale, europeo e nazionale. 

Quanto alla disciplina comunitaria, occorre precisare che, sebbene la politica culturale e la cura del patrimonio culturale rientrino tra le materie di competenza degli Stati membri, l’articolo 3, paragrafo 3, del Trattato sull’Unione europea afferma che l’Unione “vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo”. A tal fine, il dettato di cui all’articolo 167 del TFUE dispone ulteriormente che l’Unione è chiamata, in particolare, ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri e sostenere il miglioramento “della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei” nonché la “conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea”. In tal senso, il Parlamento Europeo insieme al Consiglio sono chiamati ad adottare misure di incentivazione al fine di promuovere la conservazione del patrimonio culturale. 

Ma quali sono i beni oggetto di protezione? 

Sebbene la risposta a questa domanda possa sembrare semplice, al fine di identificare l’oggetto della protezione è preliminarmente necessario identificare un bene come “culturale”, cioè quei beni che, nel loro complesso, costituiscono il patrimonio storico, artistico e culturale identitari di un popolo e, dunque, meritevoli di conoscenza e trasmissione.  

Nell’ordinamento italiano, l’attuale definizione giuridica di “bene culturale” è contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio agli articoli 2 e 10 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 secondo cui il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. 

Si considerano beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. D’altra parte, devono considerarsi come beni paesaggistici gli immobili e le aree che costituiscono espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge. 

Come si può notare, la nozione di bene culturale è particolarmente ampia in quanto ricomprende non solo, ad esempio, le opere d’arte, ma tutto ciò che conserva valore e memoria storica, tanto materiali –  come libri documenti, edifici, siti, reperti e monumenti archeologici –  quanto immateriali, quali le manifestazioni e rappresentazioni popolari, manifestazioni storiche, riti religiosi e processioni come “La Faradda di li candareri” che si tiene a Sassari (Sardegna) la sera precedente alla festa della Madonna Assunta in cui vengono portati su spalla i maestosi candelieri. 

I beni del patrimonio culturale sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela. 

Come tale, la loro conservazione deve essere garantita e la ricerca del nuovo patrimonio storico implementata. 

Finanziamenti UE in Italia e in Sardegna: la valorizzazione nazionale e internazionale dei Giganti di Mont’e Prama.

L’inserimento del patrimonio culturale nei trattati dell’UE ha portato l’Unione a compiere le prime azioni a sostegno della cultura già nel 1995, mediante la creazione di specifici programmi d’azione dedicati alla tutela del patrimonio culturale e il relativo accesso, la cooperazione con i paesi terzi, organizzazioni internazionali come l’Unesco e il Consiglio d’Europa oltre che attraverso l’adozione di programmi di finanziamento per la ricerca, formazione e mobilità professionale. 

Tra questi rientra il recentissimo programma di lavoro 2022 di “Europa creativa” che prevede una dotazione di circa 385 milioni di euro diretti a rafforzare il suo sostegno ai partner dei settori culturali. 

La sezione Cultura del programma comprende nuovi bandi e iniziative per i settori della musica, del patrimonio culturale, delle arti dello spettacolo e della letteratura oltre che un programma dettagliato di mobilità che offrirà ad artisti, creatori o professionisti della cultura l’opportunità di recarsi all’estero per presentare il loro lavoro o creare congiuntamente nuove espressioni artistiche. 

Poiché i settori culturali e creativi sono sempre stati uno dei settori di punta dell’UE in quanto elementi di coesione sociale, della diversità dell’Europa, come pure della sua economia, per il periodo 2021 – 2027, il bilancio totale destinato ad Europa creativa è stato aumentato a circa 2,4 miliardi di euro, così esprimendo l’impegno dell’Unione europea di sostenere la ripresa del settore e di tutti gli ambiti dei settori culturali e creativi. 

Nel 2021 l’UE è entrata in un nuovo periodo di programmazione pluriennale: con le norme per il FESR, ossia il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), uno dei principali strumenti finanziari della politica di coesione, l’UE che si prefigge di contribuire ad appianare le disparità esistenti a livello regionale. 

Un esempio? 

Un investimento di 50 milioni di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale nel proseguimento dei lavori di conservazione e restauro del sito archeologico di Pompei, esempio e simbolo dell’archeologia italiana. 

Ma tra le più recenti scoperte archeologiche che l’Unione mira a promuovere ci sono le antichissime culture megalitiche della Sardegna e dell’età Nuragica tra cui i maestosi Guerrieri di Mont’e Prama che, fino a settembre 2022, saranno al centro di un incredibile evento internazionale nei prestigiosi musei di quattro importanti città europee ( Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli) per promuovere la cultura europea e per rendere fruibile la cultura e la civiltà del più antico popolo del Mediterraneo. Gli oltre 213.000 visitatori registrati nelle due sedi di Berlino e San Pietroburgo segnano un ottimo risultato che pone ottime prospettive di successo nella prossima tappa, in Grecia, che ospiterà la mostra dall’11 febbraio al 15 maggio 2022. 

Eccezionalmente, grazie al Ministero della Cultura italiano e alla direzione del Museo archeologico nazionale di Cagliari, una di queste affascinanti, grandi sculture sarà ospite d’onore dell’esposizione “Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo”, una mostra promossa dalla Regione Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della Sardegna, con il Patrocinio del MAECI e del MIC, la collaborazione della Fondazione di Sardegna e il coordinamento generale di Villaggio Globale International la quale si inserisce all’interno di un articolato progetto di “Heritage Tourism” finanziato proprio dall’Unione Europea, sull’archeologia sarda nel contesto del Mediterraneo. 

In conclusione, questo breve contributo, oltre che suggerire le innumerevoli opportunità di finanziamento destinate dall’Unione alle realtà regionali, mira a sottolineare, altresì, come I finanziamenti destinati alla promozione, valorizzazione e mobilità della cultura rafforzino, direttamente ed indirettamente, il motto stesso dell’Europa “Uniti nella diversità” perché è nella promozione, tutela e divulgazione del patrimonio culturale di un popolo e delle sue origini che deriva la conoscenza, l’inclusione ed il rispetto reciproco dei popoli.Avv. Eleonora Pintus, Diritto dell’Unione Europea

Eleonora Pintus, Avvocato

 

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